Nel mondo della documentazione visiva dei cantieri, il timelapse di lunga durata è uno strumento sempre più utilizzato per monitorare, valorizzare e comunicare l’evoluzione di un progetto. Tuttavia, c’è un aspetto spesso sottovalutato: la post-produzione.
È comune pensare che basti semplicemente mettere in sequenza le fotografie scattate per ottenere un video efficace. In realtà, un timelapse professionale per cantieri richiede un processo meticoloso, fatto di fasi tecniche complesse e scelte editoriali mirate. La prima, e forse la più importante, è proprio la selezione degli scatti.
La selezione: più che un filtro, una vera fase narrativa
Selezionare le immagini non significa solo fare una selezione degli scatti ben riusciti rispetto a quelli che presentano rumore o bruciature a causa dell’eccessiva esposizione della luce. Significa scegliere cosa raccontare e cosa no. In un cantiere, ogni giornata è diversa: ci sono momenti di intensa attività e altri di completa inattività, variazioni climatiche, momenti importanti.
Lasciare tutto, senza filtro, risulterebbe nella produzione di un video lungo, monotono, con elementi visivi discontinui o inutili. Una buona selezione serve a:
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Valorizzare le fasi salienti della costruzione
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Rendere il ritmo del video fluido, comprensibile e coinvolgente
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Raccontare visivamente il cantiere in modo chiaro e professionale
Il supporto del software: perché usiamo LRTimelapse
Per la prima scrematura, ci affidiamo a LRTimelapse, uno dei software più avanzati per la gestione e l’editing di timelapse. Questo strumento è in grado di analizzare migliaia di immagini sulla base di parametri tecnici precisi, come:
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Luminosità
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Contrasto
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Tonalità e tinta
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Andamento delle curve di esposizione nel tempo
Il software ci consente di filtrare in automatico gli scatti che presentano variazioni troppo marcate o difetti evidenti. È un processo iterativo: si eseguono più passaggi, rifinendo ogni volta la selezione per garantire uniformità visiva e coerenza cromatica.
Ma il lavoro non finisce qui.
Il tocco umano: perché l’intervento manuale fa la differenza
Dopo l’analisi software, interveniamo manualmente. Nessun algoritmo, per quanto evoluto, può sostituire completamente lo sguardo umano quando si tratta di capire l’importanza reale di un momento nel cantiere.
In questa fase:
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Rimuoviamo le immagini relative a momenti di fermo totale (notturni, festivi, maltempo prolungato)
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Recuperiamo e reinseriamo scatti di lavorazioni importanti che il software potrebbe aver escluso, come una gettata di cemento, un posizionamento di macchinari o l’arrivo di materiali significativi
Questo passaggio è essenziale per non perdere dettagli chiave che rendono unico ogni progetto.
Una selezione pensata anche per la stabilizzazione
Durante la selezione, valutiamo anche la presenza di micro-movimenti dovuti al vento o agli sbalzi termici. Sapendo che in seguito sarà effettuata una stabilizzazione video, teniamo conto anche dell’equilibrio visivo tra un frame e l’altro, facilitando così il lavoro nelle fasi successive.
Conclusione: qualità prima di tutto
La selezione degli scatti è ciò che dà forma e direzione al timelapse. È un processo che unisce tecnica, attenzione ai dettagli e sensibilità narrativa. Non è solo una fase tecnica, ma una vera e propria regia invisibile, che prepara il materiale per il montaggio, la stabilizzazione, la color correction e la finalizzazione.
Senza una selezione accurata, anche le migliori immagini rischiano di raccontare male una storia che invece merita di essere valorizzata al massimo.